Gli auguri di Natale del direttore

don Nuccio

Carissimi,
puntualmente giunge, anche quest'anno, il tempo per "scambiarci" gli auguri: un virgolettato doveroso se si pensa - e occorre più di un pensiero: una riflessione - che ogni nostro scambio, di regali, di abbracci, di auguri, deriva da uno Scambio antico, segnante, meraviglioso.
Il "Meraviglioso Scambio" è quello di un Papà che, per guarire il suo bambino dalla febbre, gli si corica accanto, gli si addormenta vicino, guancia con guancia, sperando che quella febbre passi dal suo piccolo a lui.
Quel papà è il Padre; quel bimbo febbricitante siamo noi; quella febbre è la morte.
Dio Padre ci dà la sua cura: tutta la sua paternità, consegnata e offerta nella persona del suo Figlio: naturalmente immune alla morte, finché è rimasto solo Dio; ma ardentemente desideroso di farla propria per nostro vantaggio, perché l'uomo possa godere della sua stessa Vita, quella che Lui ha il potere di dare e riprendere di nuovo!
Il Natale è il memoriale di questo Scambio, e non è un caso che certe parole, certe suggestioni, ci richiamino la Pasqua. Un Bimbo "avvolto in fasce" e "deposto" in una mangiatoia. Si tratta non di un anticipo letterario, ma di un indizio morale: un aiuto su come leggere, interpretare e vivere il Natale.
La Pasqua è il fine di questo Scambio; l'incarnazione del Figlio di Dio è il mezzo che rende possibile questo Scambio: la Natura divina che aggiunge a sé la nostra umanità, e lo fa in modo definitivo, lo fa per sempre. Perché la nostra umanità, unendo a sé la natura di Dio, possa già partecipare dell'eterno.
Per tutti noi, che siamo Caritas, la partecipazione a questo Scambio passa da un ammonimento contenuto nel Vangelo, un richiamo alla nostra missione, un accento su una notizia giunta di notte in una redazione antica di duemila anni.
Luca ha le sue agenzie, e viene a sapere che... Non c'era posto per loro nell'albergo.
L'Evangelista ci comunica subito la notizia, come avviene oggi, quando i media si fanno latori di emergenze non procrastinabili. 
Ed è così che questa emergenza è ora nelle nostre mani. A noi il compito di aprire qualche porta, di trovare qualche spazio perché un'umanità afflitta dalle doglie della povertà possa partorire un Uomo nuovo.
A noi questo compito, e l'augurio - l'unico possibile in ogni possibile Natale - di realizzarlo con l'offerta di noi stessi.
Buon Natale a tutti, Volontari e Operatori. Buon Natale a tutti i nostri Assistiti.
E, nel segreto delle nostre personali fragilità, che sono tantissime, un buon Natale anche a ciascuno di noi, non meno poveri di coloro che serviamo.

+ Vi benedico!
 

Don Nuccio