
In occasione della presentazione del Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes 2025, focus sui dati della provincia etnea: incremento del 5,6% rispetto all'anno precedente, numeri che raccontano integrazione, lavoro e futuro.
CATANIA. Un quadro statistico che certifica, a partire dai numeri, l'impatto positivo della presenza degli stranieri residenti nella provincia catanese sul fronte demografico, economico e formativo. Lo evidenzia lo studio elaborato da Migrantes Messina su dati Istat illustrati nel corso della presentazione di stamattina a Catania, al Seminario Interdiocesano "Regina Apostolorum", della XXXIV edizione del “Rapporto Immigrazione” Caritas-Migrantes. Al primo gennaio del 2025 (dati provvisori), la provincia di Catania ospita 37.692 residenti stranieri, segnando una crescita significativa rispetto all'anno precedente: si è registrato un incremento di 2.002 unità, pari al +5,6%. Catania è il primo comune della provincia con 14.963 stranieri residenti, pari al 5% del totale della popolazione residente.
La mattinata di lavori è stata introdotta dai saluti di don Vincenzo Branchina, vicario generale della diocesi di Catania, ed è proseguita con gli interventi di don Nuccio Puglisi, direttore della Caritas diocesana, don Carlo Palazzolo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti, Manuela De Marco (Caritas Italiana), curatrice del Rapporto e don Santino Tornesi, direttore dell'Ufficio regionale per le migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana. Un incontro che ha messo in luce come dietro ogni percentuale ci siano persone che contribuiscono attivamente alla vita economica, sociale e culturale del territorio etneo, confermando Catania come punto di riferimento dell'accoglienza e dell'integrazione in Sicilia.
LE ALTRE PROVINCE: Ragusa prima per incidenza
I dati Istat elaborati da Migrantes Messina registrano un incremento dei residenti stranieri in tutte le province siciliane. La graduatoria delle province per numero di residenti stranieri, dopo la prima posizione di Catania, vede Palermo con 36.702 residenti (+5,0%) e un'incidenza del 3,1%, seguita da Ragusa, 35.408 residenti (+7,2%) e l'incidenza più alta della regione (11%), seguite da Messina, 29.313 residenti (+5,4%) e incidenza al 4,9%, quindi Trapani, con 23.675 residenti (+7,5%) e incidenza del 5,8%.
IL QUADRO SICILIANO: la controtendenza demografica
Allargando lo sguardo all'intera Isola, i residenti stranieri sono 209.147, con un incremento di 12.228 unità (+6,2%) rispetto ai 196.919 del 2024. Questo dato contrasta nettamente con il calo demografico generale della regione: per il decimo anno consecutivo la popolazione residente in Sicilia è diminuita, perdendo in un solo anno quasi 18.000 unità. La vera emergenza, dunque, non è la presenza migrante (che si attesta al 4,4% della popolazione totale, meno della metà della media nazionale del 9,2%), bensì il calo demografico e la disoccupazione. In Sicilia le nazionalità più numerose sono quella rumena con 45.348 persone (23% del totale), seguita dalla Tunisina, con 24.747 (12,6%), e da quella marocchina 15.000 (7,6%).
FOCUS SU CATANIA E PROVINCIA: Romania, Sri Lanka e Albania le prime per provenienza
Le prime tre nazionalità della provincia di Catania, con dati aggiornati al primo gennaio 2024, per numero di presenza in provincia sono la Romania (3.552, pari al 24,3% del totale), lo Sri Lanka (1.892, 10,2% del totale), e l'Albania (1.361, 7,2% del totale). Nell'area del comune di Catania, rispetto al totale della provincia, cambia la graduatoria dei paesi di provenienza: Sri Lanka (2.480; il 17,4% di tutti gli stranieri sul territorio comunale), Romania (1.962; 13,8%), Bangladesh (1.495; 10,5%), Mauritius (970; 6,8%), Senegal (952; 6,7%).
IL LAVORO E L'IMPRENDITORIA: un contributo importante ancora sottovalutato
In Sicilia, 75.000 lavoratori stranieri rappresentano il volto multiculturale dell'economia isolana, costituendo il 5,1% degli occupati totali. Nonostante la loro presenza sia ormai strutturale, il percorso verso una piena integrazione lavorativa rimane in salita. Il dinamismo dei cittadini stranieri - anche per la loro giovane età - emerge dal loro alto tasso di attività (58,6%), superiore a quello dei siciliani. Tuttavia, le ombre sono evidenti: un tasso di disoccupazione del 14,2% - ben oltre la media nazionale degli stranieri - e una segregazione occupazionale preoccupante. Quasi un lavoratore straniero su due (49,3%) è relegato a mansioni manuali non qualificate, contro il 14,1% degli italiani. L'agricoltura assorbe il 30,3% degli occupati stranieri, mentre il lavoro domestico ne impiega il 18,5%. Un mercato segmentato che racconta di opportunità limitate e di talenti spesso sottoutilizzati: il 25,4% degli stranieri possiede un titolo di studio superiore a quello richiesto dal proprio lavoro. Sono le 30.852 imprese con titolari nati all'estero che dimostrano lo spirito imprenditoriale della comunità straniera. Marocchini, tedeschi, bangladesi, cinesi e tunisini guidano questa crescita, con un incremento dell'8,4% nell'ultimo decennio. I 291 milioni di euro inviati dalla Sicilia verso i Paesi d'origine nel 2024 rappresentano non solo un gesto di solidarietà familiare, ma un vero motore di sviluppo economico che collega l'isola al mondo, contribuendo a frenare nuovi flussi migratori.
LA SCUOLA: la Sicilia che studia assieme
Tra i banchi delle scuole siciliane, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’anno scolastico 2023/2024, si registrano 29.971 studenti con cittadinanza non italiana che stanno scrivendo il futuro dell'isola, con un incremento di oltre mille unità in un solo anno. Più della metà di questi ragazzi - 15.887 - è nata in Italia. Le aule si tingono dei colori di tre continenti: dall'Africa arriva il 38% degli studenti, dall'Europa il 37,5%, dall'Asia quasi il 20%. Rumeni, tunisini, albanesi e marocchini compongono il mosaico più numeroso, con Ragusa, Catania, Palermo e Messina che accolgono il 70% di questa giovane popolazione. Il 38,8% degli studenti stranieri alle superiori sceglie il percorso liceale, sfatando stereotipi e dimostrando ambizioni elevate. Seguono gli istituti tecnici (36,5%) e i professionali (24,8%). A Catania, 5.291 studenti - di cui quasi la metà nati in Italia - rappresentano il 3,3% della popolazione scolastica: una percentuale ancora lontana dalla media nazionale (11,6%), ma in costante crescita.
LE DICHIARAZIONI
Don Nuccio Puglisi, direttore della Caritas diocesana
"Anche quest'anno, condividendo un interesse comune gli uffici diocesani Migrantes e Caritas si trovano a lavorare insieme. Un pensiero comune che, oltre ad essere rivolto a chi, tragicamente, vive il disagio di un doloroso distacco dalla propria terra, allo stesso tempo è finalizzato a scuotere la sensibilità di chi, in casa propria, vive un disagio peggiore: l'incapacità di accogliere. Migrantes e Caritas cercano occasioni comuni, un comune linguaggio, una uguale possibilità solidale all'interno della stessa città, Catania, capace - se lo vuole - di questo e di altro".
Don Santino Tornesi, direttore dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della C.E.Si.
“Siamo lieti di presentare a Catania la 34ª edizione del Rapporto Immigrazione Caritas–Migrantes, uno strumento prezioso di analisi e sensibilizzazione sulle dinamiche migratorie che attraversano il nostro Paese. Anche quest’anno il Rapporto offre una panoramica aggiornata e approfondita sulle sfide e sulle opportunità legate ai fenomeni migratori, mettendo in evidenza il ruolo fondamentale che le comunità straniere svolgono all’interno del tessuto sociale ed economico nazionale.
L’intento è quello di contribuire alla costruzione di una narrazione nuova e più aderente alla realtà, capace di superare la logica dell’emergenza e di valorizzare il contributo positivo dei migranti, in particolare attraverso il lavoro e l’impegno delle giovani generazioni di origine straniera.
Come Chiese di Sicilia, rinnoviamo il nostro impegno a promuovere una cultura dell’accoglienza, della solidarietà e dell’inclusione, nel solco dei valori di dignità umana e fraternità che orientano la nostra azione pastorale”.
Don Carlo Palazzolo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti
"La presentazione annuale del Rapporto Immigrazione Caritas–Migrantes, giunto quest’anno alla sua 34ª edizione, rappresenta per la nostra comunità di Catania un’occasione privilegiata per riflettere sulle tematiche migratorie, troppo spesso associate a narrazioni esclusivamente emergenziali. In questo contesto, il Rapporto, ponendo l’attenzione sulla presenza dei giovani di origine straniera in Italia, intende far emergere la consapevolezza che anche loro contribuiscono alla costruzione del nostro — che è anche il loro — Paese".
(22/11/25)


