“Dall’indifferenza alla giustizia e carità”: un evento per interrogarsi sull'immigrazione

CATANIA – Si è svolto lo scorso sabato 28 ottobre, davanti a un pubblico numeroso e attento, composto da volontari, responsabili delle associazioni, religiosi e cittadini interessati, il convegno “Dall’indifferenza alla giustizia e carità”. Ospitato dal Museo Diocesano di Catania, l'evento si è caratterizzato per aver affrontato in maniera puntuale e approfondita il tema dell'immigrazione, fornendo spunti e riflessioni grazie ai contenuti offerti dai relatori: Don Valerio Di Trapani, delegato regionale Caritas Calabria, Riccardo Campochiaro, avvocato esperto in Diritto dell’immigrazione e Don Gianni Notari, docente di Antropologia culturale alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista”. Gli interventi hanno spaziato dalle motivazioni socio-economiche dei flussi migratori alle esigenze dei minori stranieri, passando per gli aspetti pastorali dell'emergenza e sono stati orchestrati dalla conduzione della moderatrice Giuliana Gianino, presidente dell'associazione Talità Kum.

Ad aprire il convegno i saluti e l'intervento di Don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana di Catania. «Discutere il tema dell'immigrazione mette in crisi non solo la società civile e le sue Istituzioni – ha spiegato – ma anche la società religiosa, la Chiesa, con le sue strutture, perché questo argomento interroga profondamente la nostra coscienza umana e cristiana» e pertanto «nessuno di noi può restare indifferente, dobbiamo prendere posizione».

Il breve prologo ha visto la partecipazione di Giuseppe Cannizzo, direttore Migrantes Catania, che ha ricordato il dovere di accogliere «questi nostri fratelli e di dare loro la giusta dignità», e di Elvira Iovino, presidente del centro Astalli che, riprendendo il tema generale della serata, ha voluto ribadire come il termine stesso di «indifferenza sia riduttivo, in quanto si è sviluppato un movimento d'opinione contro i migranti».

Don Valerio di Trapani, il primo relatore, ha analizzato l'evidenza storica dei flussi migratori, sottolineandone, con date e cifre, la dimensione a livello nazionale ed europeo. «Siamo dentro a un fenomeno che è costante nella storia – ha spiegato il delegato regionale Caritas Calabria – con spostamenti maggiori o minori di popoli; la migrazione è una sorta di perequazione delle situazioni di disparità, la gente si sposta da sempre per motivi di guerra, ma anche per ragioni economiche, climatiche e per trovare maggiori opportunità».

La ricerca di opportunità e di migliori prospettive coinvolge anche i minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia e che attualmente si trovano in situazioni particolarmente complesse a livello burocratico e umano. Ne ha parlato, nel corso del suo intervento, l'avvocato Riccardo Campochiaro: «oggi è molto importante parlare di minori stranieri non accompagnati, perché ne vediamo sbarcare molti ma non siamo pronti, a livello numerico e qualitativo, a dare un'accoglienza degna di questo nome».

A chiudere la sessione degli interventi è stato Don Gianni Notari, che ha ripreso alcuni dei concetti espressi nel corso della serata dai precedenti relatori per fornire una riflessione che si spinge oltre i termini della legge e dei numeri. «Quello che ci viene chiesto – ha precisato – è veramente un impegno esigente». Da una parte, infatti, si presenta la complessità del reale e dall'altra «siamo sollecitati a dare, come credenti, delle risposte di vita». In particolare, ha ricordato Don Gianni riprendendo il messaggio della 104esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, è «il Papa che ci invita a coniugare quattro verbi fondati sui principi della dottrina sociale della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare».

Particolarmente vibrante il dibattito col pubblico in sala, che ha visto, tra gli altri, gli interventi di Salvo Pappalardo, Responsabile delle Attività in Caritas Diocesana, e Piero Banna, medico della Rete sanitaria della Caritas.  

 

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