Breve riflessione del direttore don Piero Galvano n. 10 (09/05/20)

don pieroCarissimi collaboratori e volontari Caritas,

 

innanzitutto un fraterno saluto nel nome del Signore Gesù. Spero che stiate bene.

Non perdiamo la pazienza: anche il pericolo “coronavirus” passerà. Il Signore sia sempre la nostra forza e la nostra unica speranza.

Desidero condividere con voi un’altra breve riflessione, su un brano del Libro della Genesi, che ci aiuta a capire chi deve decidere ciò che è bene e ciò che è male nella nostra vita.

DAL  LIBRO  DELLA  GENESI

Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti»…

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».

(Gn 2,16-17 ; 3,1-5).

C’è l’esigenza, il bisogno, in ciascuno di noi, a qualsiasi età, di avere un punto di riferimento nella propria vita con cui confrontarsi, di un “padre” che ti incoraggi, ti ascolti, ti ami, che condivida le tue ansie e le tue paure, che stimi e approvi i tuoi progetti, che ti tenga per mano nei momenti più difficili della vita, ma soprattutto che ti insegni e ti aiuti a “camminare” da solo per le strade difficili di questo mondo e ad assumerti le tue responsabilità delle scelte che farai ogni giorno.

Oggi, purtroppo, in nome della libertà, sono in molti che non vogliono punti di riferimento nella propria vita, che non vogliono regole da rispettare e a cui sottostare, che fanno tutto quello che vogliono: vivono facendo a meno di Dio e dei suoi comandamenti ed hanno cancellato dalla loro coscienza il senso del peccato. Non capiscono che anche la propria coscienza ha bisogno di un punto di riferimento, diversamente come può discernere ciò che è bene da ciò che è male, non solo per sé ma anche per gli altri? È questo il peccato di origine, di disobbedienza a Dio, di orgoglio e di superbia.

Un muratore affermava: “Se mi capitasse una donna che ci “sta”, perché non ci dovrei stare?”. Ed io gli ho risposto: “Anche a tua moglie se gli capitasse un uomo che ci sta, perché non ci dovrebbe stare?”. A questo ragionamento il muratore ha espresso tutta la sua contrarietà: lui riteneva di avere il diritto di tradire la moglie, ma pretendeva che la moglie gli fosse assolutamente fedele. Allora mi chiedo: chi è che deve decidere ciò che è bene e ciò che è male? Perché io devo fare quello che dici tu e tu, invece, non devi fare quello che dico io? Se non abbiamo un “metro” di misura uguale per tutti, come possiamo affermare che quella tale parete misura, ad esempio, 5 metri e non 8, oppure 7 passi dei piedi o 15 palme della mano? Se dovesse essere la propria coscienza a pronunciarsi su tutto, decidendo ciò che è bene e ciò che è male, l’umanità intera si ritroverebbe in un terribile caos esistenziale, perché ciò che è male agli occhi di alcuni, sarebbe ritenuto un bene per altri, e viceversa.

Per la legge italiana, ad esempio, non è un male l'interruzione volontaria della gravidanza entro i primi 90 giorni, ma dopo 90 giorni, anche di un solo giorno in più, 90 più 1, l’embrione viene tutelato dalla legge. Mi chiedo allora: può 1 giorno, fare la differenza sull’identità dell’embrione? E allora, perché non stabilire per legge anche il limite della vita di una persona? Possiamo far morire tutte le persone a 80 oppure a 90 anni, perché no?

“Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra”. (Sal 124,8).

Quel Dio invisibile, che tutte le religioni hanno cercato di conoscere, ha mandato in questo mondo l’Unigenito suo Figlio Gesù, unico “metro” dell’umanità, che ci “aiuta” a discernere, con il suo insegnamento, con il suo esempio, con la sua Parola, ciò che è bene da ciò che è male. L’evangelista Matteo racconta che, durante la Trasfigurazione di Gesù, dalla nube luminosa una voce diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». (Mt 17,5).

Sono convinto al 100% che, come i bambini devono ascoltare i propri genitori, così l’umanità intera può discernere il bene dal male, solo ed esclusivamente, ascoltando e mettendo in pratica l’insegnamento di Gesù per vivere in comunione e nella pace con tutti la propria esistenza, senza divisioni e discordie.

Maria, Madre della Chiesa, aiuti e guidi il nostro cammino.

In Cristo Gesù

Don Piero Galvano

(Direttore Caritas)

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(09/05/20)

 

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