Preghiera interreligiosa per le vittime del naufragio dello scorso maggio

Diciassette versi della poesia "Migrante" del nigeriano Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura nel 1986, per diciassette lapidi senza nome, quelle dei migranti di nazionalità eritrea, siriana e nigeriana che nella metà del mese di maggio del 2014 morirono in un naufragio al largo di Lampedusa.

A promettere uno spazio adeguato nel Cimitero di Catania per quei migranti era stato, il 28 maggio scorso, nel Palazzo della Cultura, durante una cerimonia funebre interreligiosa nella quale aveva citato proprio la poesia di Soyinca, il sindaco Enzo Bianco. E nella mattinata del 10 marzo, davanti ai loculi interrati - i due più piccoli di bambine di pochi mesi -, inseriti in un'area rettangolare di 140 metri quadrati, hanno pregato mons. Salvatore Genchi, vicario dell'Arcivescovo di Catania, e Keit Abdelhafid, presidente della Comunità islamica di Sicilia. Presente alla cerimonia anche il direttore della Caritas diocesana, Don Piero Galvano e i rappresentanti delle associazioni del volontariato della città.

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Catania - Foto: Caritas Catania

 

relazione e formazione

 

aiuta la caritas

 

 

 

diventa volontario

 

sportello cerca lavoro

 

caritas italiana